UN VIAGGIO NEL PASSATO
Con nostro grande piacere, quest’anno, alla Festa della Famiglia 2018, hanno partecipato molti ragazzi adottati diversi anni fa. Impossibile descrivere la nostra emozione nel rivederli così cresciuti. Uno di loro ci ha fatto un regalo meraviglioso. Ci ha regalato le sue emozioni, vissute nel cuore e sulla pelle, provate nel suo “viaggio del ritorno” nella Terra che gli ha dato i Natali:
“Sono qui .. seduto a sorseggiare un caffè … ad ammirare la strada “boulevard bucuresti” .. piena di macchine ed sommersa dai tassisti … ah, dimenticavo, mai preso un taxi, solo a piedi, a volte, l’autobus e, raramente, la metro, che a differenza nostra (per quello che ho visto in Italia) sono super puliti e, sono super organizzati con gli orari, le fermate – costi super contenuti. Tornare dopo tanti anni nella propria terra è come essere immediatamente a casa .. Anche e nonostante tutto … ci si sente anche qui a casa … vi starete sicuramente domandando il perché tornare nel proprio paese, credo più che altro per ripercorrere parti della terra d’origine, per ricordare i suoni, le dinamiche d’un tempo .. oggi ci sta un sole che batte forte sulle nostre menti che fa emergere tanti pensieri. Mi sono chiesto tante volte il perché si avverte la necessità di dover (almeno una volta) tornare per qualche giorno al paese d’origine: per sentire i profumi, i suoni che ci donano ricordi di allora; e, vedere la gente, le persone come si relazionano tra loro, può succedere che nella mischia trovi anche i tuoi simili, che agli stop dei semafori, attendendo per traversare, si fermano a guardarti per analizzare cosa hai in comune con loro (quasi tutti i caratteri somatici). È una città piena di risorse, sottoposta a sorveglianza, telecamere da per tutto, pochissimi mendicanti e gente ai margini della strada; persone molto aperte, disponibili e socievoli nell’aiutare ed nel condividere qualche chiacchiera. Pare davvero la nostra Italia degli anni cinquanta: nel fiore delle scoperte, dello sviluppo sociale, dello sviluppo economico, e della globalizzazione (naturalmente) e non sono cosi patriottici così come molti degli italiani, sembrano tener tanto al così detto: MADE IN ITALY. Qua, trovi scuole italiane, scuole tedesche, scuole inglesi, scuole romene… un pò di tutto e, la maggior parte, sono pubbliche. Praticamente, a mio parere, esiste davvero l’internazionalizzazione. Ci trovi di tutto e di più: generazione nuova e generazione di vecchio stampo, del tempo del dictator Ceausescu: non ci sono extracomunitari, tutti parlano perfettamente la lingua inglese, nonostante, qui siamo negli anni 50!!! E smentisco tutte le dicerie sui rumeni e sulla Romania!! Non nascondo che anch’io avevo dei pregiudizi, sulle dicerie, sulla malelingue, eppure, mi son dovuto ricredere; un pò di timore l’ho avuto, ma è anche vero che si dice che i buoni rimangono ed, invece, i cattivi (perché magari perseguiti dalla legge) scappano!! Ed invito tutti nel visitare i paesi dell’EST! Che tanto poveri non sono, ma pieni di risorse, di cultura e, di storia da regalarti. Non sono andato lì alla disperazione della ricerca della famiglia, perché ritengo che la famiglia la formino coloro che ti crescono; sono andato come quel ragazzo che voleva calpestare la strada, le vie del posto, immerso tra la folla, la routine quotidiana della popolazione. Dopo la capitale, sono stato a Costanța, che si affaccia sul Mar Nero: sembra un piccolo quartiere, pieno di entità turche, tant’è che si parla anche il turco. Arrivai in albergo, era una giornata particolarmente calda, lasciai borsa e valigia e subito mi imbarcamenai lungo il litorale, pieno di ristoranti, negozi e da lì, intravedevi vie e quartieri ove le popolazioni erano posteggiate. Non potrò dimenticare il giorno dopo, quando alla stazione dei treni, attendendo il mio, una signora stava mendicando. Sul momento, non volevo lasciare nulla, ma subito dopo le lasciai circa 40/50€ .. ed è li che ho riflettuto circa i caratteri somatici, ed al loro stato di degrado; sicuramente, subito vi starete chiedendo: e tu cos’hai pensato, quali ricordi ti sono sovvenuti ..(?)
.. le risposte, le lascio alla vostra riflessione.”
Giulio